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Guida inail gestione del fumo in ambienti di lavoro.

Tra
le logiche conseguenze di questa pericolosa interazione, c'è la
concreta possibilità di sviluppare diverse patologie sia oncogene
che non, a carico dei sistemi cardiocircolatorio e respiratorio, fino
ai disturbi osteoarticolari. Il fumo
di tabacco può infatti interagire con il nostro organismo causando osteoporosi e di conseguenza un incidenza maggiore di fratture delle
vertebre lombari dei lavoratori esposti al fumo di sigaretta anche
passivo.
Chiaramente
come sottolineato dall'elaborato, il fumo di tabacco è “ricco” di sostanze chimiche cancerogene come il benzene, il cadmio, l'arsenico,
il cromo esavalente fino ad arrivare alla nicotina (che ricordiamo
essere la sostanza ricercata dai fumatori ma sempre presente in
percentuale minore nelle sigarette), il monossido di carbonio dovuto
alla combustione, l'ammoniaca, il cianuro di idrogeno e l'ossido di
ozono. Tutte sostanze che come analizzato da diverse pubblicazioni
scientifiche sono velenose per gli organi più importanti del nostro
corpo.
In
Italia la legge che impone il divieto di fumo nelle aziende è entrata in vigore il
16 gennaio 2003 ed comunemente conosciuta come "Legge Sirchia". Ciò
nonostante anche se negli ambienti indoor è diminuita la percentuale
dei fumatori, tanto ancora c'è da fare per i tabagisti che
all'aperto continuano a fumare.
A
tal proposito l'Inail ha pubblicato pochi giorni fa una guida dal
titolo “La gestione del fumo di tabacco in azienda” dove è
possibile approfondire il fumo sia dal punto di vista prettamente
medico, con le indicazioni che ormai sono chiare e disponibili a
tutti, sia visionare i comportamenti esatti da tenere nei luoghi di
lavoro passando dalla prevenzione e all'igiene personale dei
lavoratori.
Di
notevole importanza sono le relazioni presenti tra alcune tipologie
di lavoro e il fumo di sigaretta che vi invitiamo a leggere con molta
attenzione.
Una
parte importante sottolinea l'elaborato spetta proprio al servizio di
prevenzione e protezione composto dal Datore di lavoro, l'RSPP e il
Medico competente che devono adottare misure per ridurre il consumo
di sigarette negli ambienti di lavoro creando apposite zone per i
fumatori (con specifiche caratteristiche), favorendo insieme al medico competente vere e proprie
sessioni formative dedicate alla prevenzione di questo
importantissimo tema, o creando zone filtro garantendo sempre aria
sufficiente e pulita per tutti i lavoratori.
Una
delle cose molto importanti sottolineate dall'elaborato riguarda
proprio la valutazione dei rischi per i lavoratori che ricevono
passivamente il fumo, rientrando il fumo passivo nella parte della normativa 81/08 dedicata agli agenti chimici pericolosi.
Per
maggiori informazioni scaricate a questo link la Guida INAIL sulla gestione del fumo in azienda in formato integrale
20/10/2015
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